Qual è il rapporto tra vino e cultura? Quale legame esiste tra vino e arte? O ancora, non è forse l’arte del vino la più poetica delle attività umane? Ci sono molti luoghi in Italia in cui poter trovare risposte a queste domande.
Fra tutti, esiste un luogo d’elezione per chi ha sete di conoscenza in questo campo. Si tratta con tutta probabilità di uno dei posti nel mondo più completi nel raccontare l’inscindibile cammino tra la civiltà umana e l’arte della produzione di vino, si trova nelle Langhe, magico territorio Patrimonio Unesco. Questo luogo si chiama WiMu, il Museo del Vino a Barolo situato nella splendida cornice del Castello Falletti di Barolo. Sorto nel 2010, ed è oggi la realtà museale sul vino più avanzata e innovativa in Italia. Il museo nasce sotto la spinta creativa di François Confino, uno degli allestitori museali più celebri al mondo, che ha pensato al WiMu come un itinerario emozionale e fisico nell’universo del vino, delle civiltà che ha accompagnato e dei suoi protegonisti, luoghi e terroir.
Sentiamo come Confino stesso definisce la sua creatura: «Ho visitato diversi musei dedicati al vino nel mondo. Ma nessuno di essi racconta la dimensione straordinaria e culturale del vino. E per me, invece, era fondamentale creare un percorso di visita poetico. Non un luogo dove si apprende come si fa il vino, ma un luogo che parli del rapporto tra noi e “lui”». Ecco che la visita del museo diventa un’esplorazione totale e un’immersione reale nella storia del wine making e dei suoi miti, un viaggio nella poesia dell’arte di produrre vino nei secoli, produzione che ha seguito l’avvicendamento delle civiltà umane di pari passo con l’avanzamento del progresso tecnologico.
“Penso che il vino sia qualcosa di estremamente poetico.” (François Confino).