Come molti sapranno, la vitis vinifera, una delle varietà di vite più coltivate, è vulnerabile a stress biotici e abiotici, come malattie e cambiamenti climatici. Per questo, è sempre più importante identificare genotipi capaci di resistere a tali sfide mantenendo un’alta qualità del vino.
Un recente studio dell’Università Statale di San Paolo (Unesp) ha esplorato nuovi genotipi di vite, selezionati per migliorare l’adattamento al clima e la qualità delle uve. Attraverso analisi sensoriali e metabolomiche, i ricercatori hanno valutato i vini prodotti da questi nuovi genotipi. “I risultati dello studio hanno evidenziato – spiegano dai laboratori – che i nuovi genotipi di vite, adattati ai climi più caldi, mostrano una maggiore resa e un aumento del contenuto di polifenoli, tra cui le antocianine, importanti per il colore e i benefici per la salute del vino.
Inoltre, è stato osservato un calo nei monoterpeni volatili, a conferma che tratti non selezionati possono comunque essere influenzati durante i processi di selezione genetica”. L’approfondimento sui metaboliti ha rivelato che i vini da genotipi intermedi presentano un’elevata concentrazione di idrossitirosolo, un antiossidante utile per la salute. Le analisi hanno anche mostrato correlazioni significative tra le sensazioni gustative e le caratteristiche metaboliche, evidenziando l’importanza della metabolomica per comprendere la qualità del vino. La ricerca dimostra che questi nuovi genotipi possono sostenere la viticoltura nei climi caldi, migliorando la resilienza e la qualità del vino, aprendo nuove prospettive per la sostenibilità del settore.