Nonostante tre fortunati anni di rapida e continua crescita, il mercato del vino importato in Corea sembra sul punto di attraversare una vera e propria flessione, dovuta probabilmente al calo dei consumi interni e all’accumulo di scorte. Nel 2023, ad esempio, le importazioni di vino sono diminuite del 20,1%, raggiungendo 56.542 tonnellate e un valore di 506 milioni di dollari, una contrazione del 12,95% rispetto al 2022.
L’eccesso di scorte è stato causato dall’intensa domanda durante la pandemia e dal successivo calo dei consumi domestici. “In Corea del Sud, l’80% del consumo di vino avviene prevalentemente in ambito domestico, durante i pasti o come piacere serale. – hanno spiegato alcuni analisti locali – La bevanda è apprezzata e sorseggiata quotidianamente per il suo gusto, e molti sudcoreani hanno adottato il vino come bevanda casalinga durante la pandemia.
La principale motivazione d’acquisto rimane la compatibilità con il cibo, ma i giovani sudcoreani, orientati alla salute e attratti dalla sofisticatezza del vino, preferiscono occasioni di consumo più moderate”. La Corea del Sud, tra le altre cose, è considerata una delle nazioni globalmente più accoglienti per i vini biologici, classificandosi al quarto posto dopo Cina, Svezia e Germania. In netto contrasto, invece, le importazioni di whisky: in Corea del Sud hanno raggiunto livelli record nel 2023, con un aumento del 13,1%, raggiungendo una mole totale di ben 30.586 tonnellate, e un valore di 259,6 milioni di dollari. Questo incremento è attribuito alla crescente popolarità del whisky highball nel Paese.