Fertilizzanti artificiali, pesticidi e ingredienti chimici. Questi sono i tre principali elementi esclusi dai processi di produzione dei cosiddetti vini biologici, i quali puntano piuttosto a sfruttare l’impiego di lieviti indigeni e ingredienti biologici. Questi ultimi, secondo alcuni recenti report di mercato, saranno al centro di un’incredibile crescita che si protrarrà da qui sino al 2032!
Vista la crescente richiesta di cibi e bevande biologiche da parte dei consumatori, infatti, sono sempre più numerosi i produttori ad adottare pratiche sostenibili e minimaliste nella produzione di vino biologico, stimolando il mercato. Il consumo di vino biologico è particolarmente elevato in Europa, soprattutto in Francia, Germania e Regno Unito, grazie alla crescente consapevolezza dei benefici per la salute legati ai prodotti biologici. Anche i Paesi del Nord America, come gli Stati Uniti e il Canada, stanno sperimentando una forte domanda. Per quanto concerne, invece, il versante asiatico, troviamo Giappone e Corea del Sud a trainare la crescita.
Ma qual è il segreto del successo dei vini biologici? Secondo gli esperti di mercato: “I fattori che guidano questo trend includono la consapevolezza crescente dei millennial riguardo a scelte alimentari più salutari, la preoccupazione per i problemi di salute associati all’uva trattata chimicamente e la crescente affluenza nei Paesi sviluppati. Inoltre, la richiesta di vini biologici che siano vegani, a zero emissioni di carbonio, biodinamici e privi di conservanti ha ulteriormente contribuito alla crescita del settore”. Tuttavia, non si tratta solo di rose e fiori per le prospettive di questo settore: il mercato globale del vino biologico incontra molti ostacoli, come i prezzi elevati delle materie prime e condizioni climatiche sfavorevoli per la coltivazione dell’uva.