“Penso che ciò che attira le persone verso i vini alla frutta sia la familiarità del sapore. Pera, fragola e mirtillo ci riportano a qualcosa della nostra giovinezza o del nostro passato. I vini molto dolci hanno una grande popolarità, ma i vini alla frutta non devono essere necessariamente dolci” hanno commentato alcuni produttori inglesi, esperti in particolar modo nella tecnica vinicola sopracitata e in continua crescita per quanto concerne i mercati internazionali: i cosiddetti vini alla frutta.
Non fruttati, com’è facile pensare, ma proprio derivati da frutti che non siano necessariamente o esclusivamente l’uva. Il mondo del vino, infatti, sta assistendo a un crescente interesse nei confronti dei vini alla frutta, una tendenza evidenziata dal riconoscimento dei vini di frutta come la “prossima grande novità” del vino naturale da parte del gruppo Thrillist. Questo fenomeno è parte di un movimento più ampio verso la sostenibilità e l’abbandono delle tradizionali varietà di uva europee a favore di frutti che si possano adattare meglio agli ambienti di coltivazione.
In luoghi come il Maine, ad esempio, dove la coltivazione di uva può essere difficile, i mirtilli abbondano e il vino di mirtillo è diventato un obiettivo per molti produttori di vino. Un ulteriore esempio viene dal Connecticut, dove la Jones Winery offre una varietà di vini alla frutta, tra cui vino frizzante alla fragola, vino da dessert al mirtillo e vino alla mela e alla pera. Questi vini sono apprezzati perché sono prodotti esclusivamente con frutta locale, evidenziando l’importanza della provenienza. Altri vigneti, come la White Silo Farm & Winery a Sherman, presentano vini fruttati al lampone, alla mora e al rabarbaro.