“I risultati hanno mostrato che le persone che non hanno mai bevuto alcol avevano una probabilità maggiore di sviluppare la demenza rispetto a quelle che lo facevano. Questi risultati sono coerenti con ricerche precedenti su questo argomento, che mostrano anche che il consumo eccessivo di alcol, oltre al non bere, sembra legato a un rischio maggiore di demenza”. Questo l’incredibile estratto di un recente studio scientifico, legato appunto alla bizzarra correlazione fra la piaga della demenza e il consumo di alcolici, in particolare della bionda birra.
25.000 gli ultrasessantenni esaminati dalla survey, diligentemente condotta da un team di ricercatori australiani. Il focus del lavoro è stato appunto quello di esaminare legami e correlazione fra le abitudini di consumo dei soggetti e i tassi di demenza. I risultati hanno a dir poco lasciato a bocca aperta: quelli che bevevano almeno due pinte di birra quotidianamente registravano conseguentemente un terzo di probabilità in meno d’incappare nella demenza, di cui l’Alzheimer è solamente uno dei morbi più comuni.
L’uso eccessivo di alcolici era e rimane, anche secondo i dati emersi, deleterio e pericoloso, però ci si è altresì resi conto che i soggetti astemi non ricevono effettivi benefici “protettivi” nell’allontanare disturbi neurologici come la demenza. E che, anzi, i cosiddetti bevitori moderati (da due pinte giornaliere) godevano di un ribasso del rischio superiore al 30%. I tassi di questi disturbi dell’età sono triplicati negli ultimi tre decenni, e la curva non tende a migliorare. Si rendono dunque necessari tutti i tipi di studi, anche i meno ortodossi!