“Ci sono molte frodi sul vino: persone che s’inventano qualche schifezza nel loro garage, stampano etichette e le vendono per migliaia di dollari. Per la prima volta dimostriamo che le nostre tecniche chimiche sono abbastanza sensibili da permetterci di distinguere il falso dal vero, e non solo”.
La citazione è attribuibile ad Alexandre Pouget, ricercatore dell’Università di Ginevra in Svizzera, il quale ha recentemente sviluppato un algoritmo di intelligenza artificiale in grado di distinguere l’autenticità del vino analizzando le firme chimiche. Secondo Pouget, fino al 20% del vino venduto potrebbe essere fraudolento, spesso creato in garage e venduto a prezzi elevati. L’algoritmo ha analizzato 80 vini rossi tra il 1990 e il 2007, identificandone l’origine con un’accuratezza del 100%. “Il processo si basa sulla gascromatografia, una tecnica analitica che studia la miscela di composti chimici responsabili delle caratteristiche aromatiche e gustative di un vino. – ha poi spiegato il professore svizzero – Ciò rappresenta un approccio innovativo, in quanto sofisticati algoritmi di apprendimento automatico sono stati utilizzati per interpretare i dati dei cromatogrammi”.
L’algoritmo analizza l’insieme delle sostanze chimiche, tracciando una firma chimica su una griglia bidimensionale e raggruppando i vini simili in base a questa firma. Sebbene l’analisi sia stata in grado di identificare con successo l’origine geografica e la tenuta specifica dei vini esaminati, l’identificazione accurata dell’annata è stata possibile solo nel 50% dei casi. Nonostante ciò, il metodo offre un potenziale significativo per contrastare le frodi vinicole e potrebbe essere esteso ad altre regioni e tipologie di vino.