Prendere il pane e riuscire a trasmutarlo in birra. Una premessa che, senza sfociare troppo nella blasfemia, potrebbe richiamare echi da Nuovo Testamento. Invece è il core di una rinomata start–up piemontese in piena crescita, la Biovaproject.
La biova, che dà il nome al progetto, è anche una delle più rinomate tipologie di pane del Piemonte, soffice e bianco. La storia in questione ha però inizio nel 2019: Franco Dipietro ed Emanuela Barbano lanciano Biovaproject proprio a Torino, con la mission di ridurre il più possibile gli sprechi alimentari. Ma come? Il fulcro è il concetto di economia circolare. “Siamo partiti dal pane non perché siamo innovativi. Probabilmente la prima birra inventata dall’essere umano è nata più per dimenticanza del grano dentro a un’anfora che dalla lavorazione del malto d’orzo. La birra al pane è la più apprezzata. Siamo la ‘birra di Ikea’ e siamo presenti nei ventidue punti vendita della catena scandinava in Italia.
Abbiamo partnership importanti: con Coop, Carrefour, Eataly. Ma non ci siamo fermati al pane. Abbiamo anche la birra alla pasta!” hanno spiegato i due founder. Come i lettori avranno intuito il movimento circolare virtuoso prende il largo dalle tonnellate di pane invenduto quotidianamente, il quale viene “salvato” dalla Biovaproject, evitando sia un immenso spreco alimentare, sia i costi ambientali legati alla classica filiera del cibo. Ogni giorno in Italia vengono buttate circa 1.300 tonnellate di pane. L’80% di questo prodotto rimane in negozio. La più recente collaborazione della start-up, con gli amici di Riso Gallo, vede invece una birra prodotta dalla rottura dei chicchi di riso non commercializzabili.