La produzione vinicola, come molti di noi già sanno, è sempre stata un equilibrio tra arte e scienza. Oggi, l’innovazione tecnologica offre sempre più strumenti avanzati ai viticoltori, basti pensare aisensori o alle telecamere a infrarossi, nati per gestire le vigne in modo sempre più preciso e sostenibile.
Il 4 case study di origine statunitense che vi sottoponiamo questa settimana viaggiano proprio in questa direzione: innanzitutto incontriamo la Silver Oak Cellars in California, la qualeutilizza svariate tecnologie d’avanguardia proprio per monitorare costantemente terreno e piante, permettendo una gestione mirata di irrigazione e nutrienti in ogni area del vigneto. Vi è poi la Bouchaine Vineyards, la quale ha collaborato con Cisco per raccogliere dati climatici dettagliati, ottimizzando le pratiche agricole in base alle condizioni specifiche di ogni zona. Questo approccio permette di stressare le viti solo quanto basta per ottenere vini complessi, minimizzando l’uso di risorse come acqua e carburante.
Il terzo caso è rappresentato dalla Bonterra Organic Estates, pioniere nella viticoltura rigenerativa, la quale sfrutta la tecnologia per monitorare la salute del suolo e aumentare l’attività microbica. Grazie ai dati raccolti da Agrology, il team ottimizza le pratiche agricole, ottenendo terreni più fertili e rese maggiori. Vi è poi la Palmaz Vineyards, cheintegra tecnologie avanzate come VIGOR, un sistema di analisi a infrarossi per monitorare in modo individuale le viti, riducendo il consumo idrico del 23%. Sebbene inizialmente costosa, la tecnologia consente a lungo termine di ottimizzare le risorse e migliorare la qualità del prodotto. La viticoltura, è sotto gli occhi di tutti noi, si trova a un bivio tra tecnologia e tradizione. Con l’evolversi delle sfide climatiche e del mercato, l’equilibrio tra arte e scienza nella produzione del vino continuerà a trasformarsi.