“L’industria del vino è a un bivio, oscillando tra tradizioni secolari e l’adozione di tecnologie moderne come robotica, intelligenza artificiale e big data. Questa trasformazione tecnologica, però, non è uniforme e incontra diverse resistenze, specialmente tra i piccoli vigneti familiari che trovano queste innovazioni spesso inaccessibili sia finanziariamente che culturalmente” hanno spiegato alcuni preoccupati rappresentanti proprio delle piccole aziende enologiche.
Le grandi aziende vinicole, infatti, possono permettersi droni e strumenti avanzati per monitorare i vigneti, mentre i piccoli produttori si affidano ancora a metodi tradizionali. Questo divario tecnologico potrebbe minacciare lo stile di vita di molti viticoltori e la diversità del settore vinicolo, che si arricchisce delle peculiarità delle tecniche tradizionali. “La tecnologia – hanno poi aggiunto – nella sua ricerca di precisione e coerenza, potrebbe eliminare la variabilità che rende unico ogni vino, come le variazioni climatiche che caratterizzano le diverse annate
Nonostante le preoccupazioni, la tecnologia offre vantaggi significativi per la sostenibilità, come la gestione efficiente dell’acqua e l’uso di energie rinnovabili, cruciali in un’epoca di cambiamenti climatici. Tuttavia, l’accessibilità di queste tecnologie rimane disomogenea, escludendo spesso chi ne avrebbe maggior bisogno”. La sfida, a quanto pare, consiste proprio nel riuscire a trovare un equilibrio tra tradizione e innovazione, adottando politiche che rispettino le pratiche tradizionali e incoraggino l’uso delle nuove tecnologie. L’obiettivo, dunque, non è scegliere tra modernità e tradizione, ma “integrarli armoniosamente per un futuro inclusivo e diversificato del settore vinicolo, dove la tecnologia valorizza e preserva le tradizioni per le generazioni future”.