Il KTH Royal Institute of Technology ha raggiunto un risultato straordinario nel campo della stampa 3D, scegliendo per questo suo “beta test” di cimentarsi con una tecnica utile per il mondo enologico: lo studio ha, infatti, sviluppato il bicchiere da vino più piccolo del mondo. Questo piccolo oggetto, caratterizzato da un bordo più sottile di un capello umano, rappresenta una dimostrazione della nuova tecnica innovativa sviluppata dai ricercatori, che consente l’utilizzo di strutture in vetro di silice in diverse applicazioni.
Questo importante progresso potrebbe rivoluzionare campi come le telecomunicazioni, la robotica e le reti a fibre ottiche. Il vetro di silice, ottenuto attraverso la fusione di silice pura ad alte temperature, è noto per la sua trasparenza e resistenza. Trova impiego in molteplici settori, come la produzione di lenti personalizzate per macchinari medici utilizzati in chirurgia minimamente invasiva e la creazione di microrobot in grado di operare in ambienti estremi. Inoltre, viene ampiamente utilizzato per filtri e accoppiatori nelle reti a fibre ottiche.
Di solito, la fabbricazione di strutture in vetro di silice richiedeva lunghe ore di trattamento termico a temperature elevate. Tuttavia, la nuova tecnica innovativa elimina questa necessità, riducendo drasticamente l’energia richiesta per la stampa. Questo approccio rivoluzionario consente al vetro di silice di resistere alle alte temperature richieste in svariate applicazioni. Le potenziali applicazioni di questa scoperta vanno oltre il campo del vino, aprendo nuove strade e percorsi per moltissimi settori industriali e creativi. Questo sviluppo, ad esempio, ha implicazioni di vasta portata soprattutto nel campo delle telecomunicazioni, dove le fibre ottiche di vetro costituiscono la spina dorsale di internet.