“Se non avessi acquistato i vecchi vigneti, le viti sarebbero state estirpate. I filari sono troppo stretti per i trattori, devono essere raccolti a mano, seguendo tecniche ancestrali. Nessuno avrebbe voluto lavorare con questi vecchi vigneti, sono troppo difficili”.
È così che Brigitte Chevalier e suo marito hanno giustificato una scelta di vita e imprenditoriale a dir poco radicale: abbandonare la rinomata regione enologica francese di Bordeaux nel 2006 per intraprendere una nuova avventura nella meno conosciuta Linguadoca, nel sud-ovest della Francia. La scelta della regione Faugères è stata guidata dal terreno unico di scisto, una roccia metamorfica apprezzata nel mondo del vino per la sua capacità di trattenere il calore e l’umidità. “Il mio compito è salvare lo spirito di questo luogo.
Sono un anello di congiunzione tra le generazioni. Spero (attraverso il nostro vino) di poterlo trasmettere” hanno poi aggiunto gli intraprendenti coniugi-imprenditori. Il terreno fratturato dello scisto permette alle radici delle viti di penetrare fino a 6 metri di profondità, conferendo loro maggiore resistenza alle condizioni climatiche estreme. Situata a mille metri sul livello del mare, la zona offre un ambiente ideale con venti purificanti da un parco naturale. “La nostra tecnica di vinificazione è molto tradizionale – hanno precisato infine – riflette appieno i valori rurali di un tempo, con una lavorazione e una raccolta a mano, un’agricoltura biologica certificata e interventi minimi in cantina”. Tutti i loro vigneti sono, infatti, certificati sostenibili, il 20% è coltivato biologicamente e nessun pesticida viene utilizzato.