Vapori, botaniche, alambicchi e acque aromatiche per la miscelazione. L’alcool-free drinking sarà una tendenza del prossimo futuro? Nel bartending saranno sempre più comuni nuovi termini quali mocktail e virgin drink? Sul versante chimico siamo sempre a filtrazione e distillazione: filtrazione a membrana od osmosi inversa per la riduzione dell’alcool – o la completa dealcolizzazione – e distillazione senza alcool, con la separazione degli elementi compositi in soluzione attraverso la vaporizzazione dell’acqua in temperatura.
La moda viene da Stati Uniti e Gran Bretagna, solo a titolo d’esempio basti citare casi studio clamorosi quali Tanqueray 0.0%, il gin no-alcool del colosso inglese e Guinness 0.0, birra scura alcool-free prodotta dal gigante irlandese di dry stout, senza dimenticare il BrewDog AF Bar, prima birreria alcool-free al mondo aperta a Londra dal birrificio artigianale scozzese Brewdog. Life Time, il brand americano più amato dai seguaci di healthy lifestyle, ha inserito il “bere analcolico” tra i principali trend del 2023. I principali fattori di traino sul mercato saranno: lato offerta, la diversificazione dei prodotti disponibili nell’on-line retailing; lato domanda, la crescente fascinazione di Millennials e Gen Z per stili di vita sempre più sani e sobri anche in un’ottica di riduzione dei consumi e di sostenibilità.
In Italia sono diverse le realtà produttrici nel segmento. Sabatini produce Gino°, ça va sans dire un gin nostrano senza alcool e poi MeMento, pluripremiata azienda della città del giglio con una missione ambiziosa: recuperare le conoscenze secolari del Ricettario Fiorentino del XV secolo dell’Ordine dei Medici e degli Speziali, innestandole di innovazione per produrre “aromatic non alcoholic blend”, distillati analcolici, acque aromatiche ottenute per distillazione di botaniche di pregio.