Ne abbiamo già parlato in svariate occasioni, fra le righe delle nostre amate rubriche: le etichette dei vini, al pari delle copertine dei libri e a dispetto di ogni proverbio sulle apparenze, possono fare la differenza. Abili designer e disegnatori si alternano da decenni nell’infondere la propria maestria in etichette, delle volte, indimenticabili. Ed è giusto, dunque, celebrare anche loro e i loro prodotti finali, per poter rispettare appieno la storia del vino.
È proprio quello che avevano in mente gli amici australiani del Riddoch Arts and Cultural Centre, i quali hanno messo in piedi una pregevole iniziativa che andrebbe replicata in ogni Paese con un background enologico degno di questo nome. La mostra “Message on a Bottle” celebra, infatti, la creatività e l’innovazione dell’industria vinicola australiana. Organizzata dall’unità creativa della University of South Australia e dalla città di Mount Gambier, la mostra esplora le relazioni tra designer di etichette, coltivatori di uva, produttori di vino e venditori. “Prima degli anni ‘60 – hanno spiegato i curatori dell’iniziativa – le etichette dei vini erano solo pezzi di carta con titoli scritti a mano e attaccati alla bottiglia.
Il design delle etichette dei vini ha oggi un’influenza significativa sulle decisioni di acquisto degli acquirenti e sul capitale economico, sociale e culturale dei consumatori”. Sono poi giunti gli innovatori, designer come Wyatt Moro e Barrie Tucker le hanno trasformate in opere d’arte viventi. “La maestria e l’innovazione dell’etichetta del vino hanno fatto passi da gigante negli ultimi anni: questa mostra celebra il modo in cui un artista può trasformare un’etichetta in un’opportunità per raccontare una storia di persone, luoghi e, soprattutto, accendere la nostra immaginazione e i nostri sensi trasmettendo visivamente il sapore e l’esperienza contenuti in una bottiglia”.