“I vigneti a zero emissioni potrebbero essere la strada del futuro. I recenti progressi della tecnologia e della ricerca l’hanno resa un’impresa relativamente facile da realizzare, anche se richiede costi aggiuntivi. I trattori elettrici stanno arrivando e gli scienziati stanno lavorando sulla cattura del carbonio nel vigneto. Così come molte altre innovazioni, favorite dal progresso e dalla ricerca scientifica”.
A parlare è Charlotte Hey, direttore esecutivo dell’International Wineries for Climate Action, un gruppo che raccoglie al suo interno aziende vinicole impegnate nell’obiettivo di diventare a zero emissioni entro il 2050. Nonostante i buoni propositi e le ottime premesse messe in gioco dalla tecnologia, lo scontro all’interno della rinomata Napa Valley americana rimane tutt’ora aperto. A dibattere ormai da anni troviamo da un lato i sopracitati produttori vinicoli (settore trainante della valle), i quali vogliono continuare a crescere e migliorarsi, dall’altro i residenti e le loro ragioni, preoccupati giustamente per l’eccessiva espansione di vigneti e cantine a discapito della fauna selvatica, dei bacini idrici e della stessa comunità umana di cui fanno parte. “Questo posto dovrebbe essere un parco.
Questo continuo processo espansivo rovinerà il quartiere” ha dichiarato uno dei residenti preoccupati. Dopo ben nove anni d’iter burocratici, legali e di ricerca, la Conte di Napa sta tra le altre cose per avviare lo sviluppo del suo primo vigneto a emissioni zero dell’intera regione. Eppure, i movimenti di ambientalisti, i gruppi di residenti e queste continue tensioni, minacciano di rallentare o addirittura bloccare questo passo in avanti verso una tecnologia più sostenibile per il futuro. Si è alzata, anche in questo caso, un’intensa opposizione da parte della popolazione locale e ora si dovrà affrontare un lungo processo di appello.