La Sicilia, terra affascinante e senza vie di mezzo, ricca di storia e fascino così come di problematiche e contraddizioni. Forse non tutti sanno che, fra le sue virtù, ora si possa annoverare anche l’eccellenza nel riciclo del vetro. 100 mila tonnellate: questa la mole di materiale che viene recuperato e rilavorato dall’isola a tre punte, corrispondente all’85% del totale. Di questi ultimi, circa il 90% viene poi “resuscitato”, primariamente tramutandosi in bottiglie, passando quindi a seconda vita. Stando ad alcuni dati sarebbe, inoltre, una preponderante parte attiva del processo virtuoso anche il settore vinicolo.
Di fatti, su 150 milioni di bottiglie “salvate” dall’inceneritore, ben il 66% è reindirizzato verso la sfera della produzione enologica. “O-I” e “Sarco” sono, ad esempio, due dei fiori all’occhiello della regione, due aziende marsalesi dedite al trattamento e al recupero del vetro. Salite agli onori della cronaca grazie anche al recente “Concours mondial de Bruxelles”, agone internazionale di enologia che, fra le altre cose, ha dichiarato il 2022 (in collaborazione con le Nazioni Unite) “Anno internazionale del vetro”.
Il concorso ha fatto tappa proprio nella città di Marsala. Marco Catalano, sustainability project manager di Sarco, spiega però che non è tutto vetro quel che luccica: “Il vetro recuperato dai rifiuti non può avere una resa del 100 per cento, in quanto il processo di lavorazione prevede una fase di separazione da inquinanti e altri materiali non vetrosi (pyrex, ceramica, porcellana e altri)”. La Fondazione SOStain Sicilia, infine, risulta uno dei principali interlocutori quando si tratta di vetro, riciclo e vino: 33 le cantine, di cui 7 cooperative, riunite in un progetto di sviluppo promosso anche da Assovini Sicilia.