Il pensiero innovativo sta alla base di ogni cambiamento e rivoluzione che si rispettino. Un agricoltore che sfrutta la lana di pecora ha portato, grazie all’utilizzo di questa qualità, una produzione sostenibile in un vigneto del Regno Unito. L’idea è scaturita da un allevatore di pecore, di nome Gareth Wyn Jones, che aveva deciso di unire le sue conoscenze ovine a una coltivazione di ortaggi. Applicando della lana di pecora ai vigneti ha ridotto l’uso di pesticidi e migliorato la qualità della frutta: nel corso di una sperimentazione controllata, infatti, i velli di lana di pecora sono stati posati sotto le viti del vigneto Gwinllan Conwy.
I risultati sono stati sorprendenti! Si è osservato che le malattie delle viti sono state ridotte, senza l’applicazione di alti livelli di pesticidi. Inoltre, la qualità della frutta è stata implementata. Colin Bennett, proprietario del Gwinllan Conwy Vineyard, ha avuto modo di osservare tre importanti cambiamenti con l’introduzione dei velli di lana. In primo luogo, questi hanno preservato l’umidità del suolo. In secondo luogo, hanno riflesso la radiazione solare sulle viti e, infine, hanno impedito a parassiti, come le lumache, di distruggere le colture. Le uve sperimentali sono risultate più mature e il contenuto di zucchero è aumentato del 2% rispetto alle uve normali.
Questo ha portato a una maggiore gradazione alcolica dei vini, migliorandone conseguentemente anche la qualità. Gwinllan Conwy Vineyard spera di passare interamente alla coltivazione biologica dei suoi vigneti. L’uso della lana di pecora è un esempio notevole di innovazione biologica che ha il potenziale di portare una rivoluzione nella produzione di vino sostenibile. Ulteriori ricerche potrebbero delineare i benefici e i limiti di questa tecnologia.