Vino e design sostenibile: il futuro dell’imbottigliamento?
Sono definite le 4 R del ciclo dei prodotti: Riduzione (o Risparmio), Riutilizzo (o Riuso), Riciclo, Recupero. Sono alla base dei fondamenti dell’economia circolare, che da operazione di marketing sta divenendo una necessità della produzione tardo-capitalistica, che prevede la progettazione e il calcolo dei costi e degli impatti ambientali dei prodotti fino al loro smaltimento. Le abitudini di consumo e la disponibilità di nuovi materiali ultra tech, accelerano questi processi di vera e propria riconversione industriale.
I grandi player di ogni settore economico stanno correndo in questa direzione. Nel comparto viti-vinicolo italiano, Masi, storica azienda agricola fondata alla fine del XVIII secolo nella Valpolicella Classica, con un fatturato annuo intorno ai 75 milioni di euro (Ebitda di circa 13 milioni di euro), presente su oltre 120 mercati internazionali (quota di esportazione di oltre il 70%), ha avviato un nuovo progetto di circular economy. La “Bottiglia Masi” nasce dalla collaborazione tra l’azienda e i partner Lissoni, maestro riconosciuto del design contemporaneo e Verallia, leader mondiale nella progettazione, produzione e riciclo di packaging in vetro (con una produzione annua di 16 miliardi di bottiglie e 10.000 aziende clienti).
Il progetto prevede una riduzione dell’utilizzo di vetro: la bottiglia pesa il 33% in meno della media delle bottiglie di vino tradizionali. Leggera ma robusta, elegante ed “etica”, conterrà Fresco di Masi, linea di vini biologici scarsamente lavorati e prodotti da uve vinificate immediatamente dopo la vendemmia con l’impiego di soli lieviti selvaggi e non filtrati dell’uva. Il packaging è interamente sostenibile: vetro trasparente e minimale, etichetta in carta riciclata, tappo in sughero naturale e capsula riciclabile.