Oggigiorno si fa un gran parlare, soprattutto oltreoceano, dei cosiddetti “super tuscan” nostrani. Ma cosa sono e come nasce questa particolare tipologia vinicola? La tecnica è legata, in sostanza, a una storia di ribellione iniziata nel Chianti. I vini del Chianti nascevano da una miscela di Sangiovese e altre uve autoctone come il Canaiolo, mentre ora parliamo grosso modo di uve 100% Sangiovese, le quali hanno tipicamente sapori di frutta rossa brillante ed erbe selvatiche.
I super tuscan, con la loro natura più strutturata e seria, sono l’antitesi dei rossi leggeri e ventilati del Chianti: si tratta, infatti, dei vini rossi prodotti in regione, i quali però non rispettano scientemente le tradizionali tecniche locali per la produzione. Utilizzano, in aggiunto o in sostituzione del sopracitato classico Sangiovese, uve come il cabernet sauvignon. Tutto però, come accennavamo, è scaturito nella dolce terra del Chianti: i vini di questa regione sono stati apprezzati fin dal XV secolo, ma è stato negli anni ‘60 che l’Italia ha iniziato a guardare alla Francia, dove nel 1935 avevano istituito il sistema delle Appellation d’Origine Contrôlée (AOC).
In Italia il DOC arrivò solo in seguito. Uscendo dai regolamenti prefissati, alcuni viticoltori iniziarono quindi a sperimentare uve e assemblaggi differenti nel tentativo di raggiungere qualità diverse, il che, naturalmente, significava che i loro prodotti non potevano più qualificarsi come DOC e dovevano, invece, essere etichettati differentemente. Fortunatamente, per questi viticoltori “ribelli”, gli Americani (e non solo) si appassionarono a queste nuove espressioni toscane, che tendevano a essere più intense e corpose del Chianti DOC. Una passione che, secondo le stime di mercato e d’esportazione, continua ad esser molto vivace e proficua ancora oggi.