Con un patrimonio di quasi 200 miliardi di dollari è, secondo Forbes, l’uomo più ricco al mondo, così ricco che Elon Musk levati proprio. Bernard Arnault è fondatore, presidente (da oltre 30 anni) e amministratore delegato di LVMH, azienda che controlla quasi i 2/3 del mercato globale dei beni di lusso. Il polo di luxury goods oggi possiede panzer dal mastodontico fatturato quali Moët & Chandon e Veuve Clicquot, ma anche Christian Dior, Bulgari e Luis Vuitton, o ancora Tiffany & Co. e Sephora.
Una holding conglomerata proprietaria di una cosa come 70 brand. Sembra che Arnault, oltre a una grande passione per l’arte, sia innamorato della città della Madonnina (griffe meneghine arrivo anche da voi) tanto da comprarsi la storica pasticceria Cova e soprattutto la Casa degli Atellani, meravigliosa dimora del XV secolo edificata di fronte alla basilica di Santa Maria delle Grazie, inizialmente appartenuta a Ludovico il Moro, Duca di Milano, “Arbitro d’Italia” (cit. Guicciardini) e padre nobile del Rinascimento Italiano. La casa è stata restaurata nel 1922 in stile neobarocco dall’architetto Piero Portaluppi.
Nel giardino della casa è situata la Vigna di Leonardo da Vinci, vigneto originariamente donato da Ludovico il Moro al Genio fiorentino mentre questi stava ancora dipingendo l’Ultima Cena sul finire del ‘400. Durante Expo 2015, grazie al supporto di ricerca delle università milanesi e tramite l’analisi di alcuni residui biologici vivi presenti nelle radici secolari, è stato operato un reimpianto filologico del ceppo originario della vigna di Malvasia di Candia a bacca bianca, con grandi foglie pentagonali, resiliente a gelo e siccità. Avremo a breve nel comparto viti-vinicolo un passito lombardo commercializzato in bottiglie d’oro con il Cenacolo vinciano sull’etichetta a marchio LVMH?