“La nostra ambizione è di fare per il vino bianco e frizzante quello che il Noma ha fatto per il cibo. – spiega Jacob Stokkebye, tra i più intraprendenti produttori di vino della Danimarca – La maggior parte delle persone non ha ancora compreso l’idea del vino danese, ma questo è il nostro obiettivo. Indubbiamente qui si produce più vino di alta qualità, ma a quale costo? È una storia simile a quella dell’Inghilterra.
Quindi dobbiamo essere dinamici e adattabili”. Jacob e Helle Stokkebye, tra le molte altre attività, hanno fondato la loro etichetta di vino biologico con un forte impegno per la sostenibilità nel 2009, piantando nove varietà di viti resistenti al clima freddo della Fionia, Danimarca. Come alcuni dei nostri lettori certamente ricorderanno, negli anni ‘90, la cucina nordica danese aveva conquistato la gastronomia mondiale: la caratterizzava un focus sulla sostenibilità, località, stagionalità e responsabilità ambientale. Ma mancava ancora un equivalente nel vino danese, principalmente a causa delle restrizioni commerciali dell’UE, levigate solo nel 2000.
Oggi non è più così e, in direzione ostinata e contraria, il vino danese sta pian piano ingranando sui mercati enologici delle grandi cifre: vi sono, infatti, oltre 100 produttori di vino in Danimarca, in gran parte concentrati nelle zone più calde della Zelanda, della Fionia e dello Jutland. La produzione di vino cresce rapidamente, suggerendo un futuro promettente. Jacob e Halle, senza lasciarsi distrarre dalle difficoltà (come il consueto cambiamento climatico, il quale se da un lato rende più calde le maturazioni d’uva danesi, dall’altro ne irrigidisce le gelide primavere), proseguono sulla loro strada, con la loro personale etica green: abbandonando i prodotti chimici, hanno di fatti adottato una filosofia di vinificazione naturale, perseguendo l’obiettivo di diventare il più grande e sostenibile vigneto del Paese.