L’industria delle macchine per il vino e le bevande, fiore all’occhiello dell’industria italiana, ha dimostrato la sua resilienza grazie all’innovazione tecnologica e alla forte vocazione verso l’export, come emerso durante la 30° edizione di Simei, tenutasi fino al 15 novembre a Fiera Milano Rho.
Secondo le stime dell’Osservatorio del Vino Uiv, di fatti, il valore annuale di questo settore è di circa 5 miliardi di euro, di cui 3 miliardi solo per l’industria del vino, con un saldo commerciale attivo di 2,2 miliardi di euro. Un’indagine condotta su un campione rappresentativo del settore ha rivelato che il 46% delle aziende ha un’alta propensione all’ export, con una presenza diffusa sui mercati di tutti i continenti, in particolare tra i principali produttori di vino e bevande. “Tuttavia – come sottolineano gli analisti di mercato – nonostante la solidità dell’export, il 61% delle aziende prevede una chiusura d’anno con una flessione del fatturato, stimata intorno al 4%. Le previsioni per il 2024 sono più ottimistiche per il 25% delle aziende, mentre il 14% prevede una crescita rispetto al 2023.
Le preoccupazioni maggiori riguardano il settore del vino, con l’85% degli intervistati che si aspettano una contrazione della domanda, mentre per la birra la situazione sembra più stabile, con il 50% delle aziende che prevede un andamento invariato”. Le destinazioni principali per l’export sono l’ Europa (Francia, Germania, Spagna e Europa dell’Est) e gli Stati Uniti, mercato in forte espansione. Nonostante il contesto economico globale incerto, l’industria delle macchine italiane continua a mantenere una leadership mondiale, soprattutto grazie alla domanda crescente dagli Stati Uniti. Inoltre, il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr) prevede investimenti significativi nel settore, con un supporto finanziario di 2 miliardi di euro non rimborsabili.