Secondo alcuni recenti collage di pareri e opinioni provenienti dai più disparati e autorevoli produttori di Barolo, il 2022 ha rappresentato un’annata all’insegna della resilienza.
Termine quanto mai abusato negli ultimi anni ma altrettanto calzante nel contesto da quadro a cielo aperto che caratterizza le Langhe piemontesi: i coltivatori sono, di fatti, tutti concordi nell’affermare che l’anno appena trascorso abbia portato con sé tante sfide quante soddisfazioni. “La vite si è confermata una pianta parsimoniosa e con grande spirito di adattabilità.
Ha saputo fare fronte allo stress generato dalle condizioni climatiche e ne è uscita rafforzata. Oggi i frutti stanno offrendo sfumature superiori alle aspettative!” hanno commentato gli esperti della cantina Luciano Sandrone, aggiungendo infine che i due concetti chiave dell’anno appena trascorso sono proprio quelli di “resistenza” e “resilienza”. La siccità, le vendemmie anticipate, inverno mite e asciutto hanno, in parte, colto alla sprovvista: sono molti ad affermare che, in 50 anni d’esperienza, non si era mai verificata un’annata simile.
Eppure, come sottolinea anche Lorenzo Scavino di Azelia, la natura trova sempre il suo corso: “Le nostre viti vecchie hanno sofferto molto poco la particolare siccità di quest’anno. Le loro radici profonde sono riuscite a trovare l’acqua in profondità e hanno così prodotto uva stupefacente”. I viticoltori stanno già prendendo in contropiede le difficoltà invernali, accentuando laddove possibile i diradamenti, così da alleggerire le piante che, fra scarsità d’acqua e temperature imbizzarrite, possono così tirare un momentaneo sospiro di sollievo.