La crisi climatica sta sconvolgendo la produzione di vino nelle tradizionali regioni vinicole del mondo. Tuttavia, per contro, le regioni artiche più fredde stanno beneficiando delle temperature più calde, se si osserva la situazione in termini di produzione di vino. La temperatura globale è aumentata di 1°, con ripercussioni significative sui Paesi produttori di vino come Francia, Italia e Germania. Le proiezioni climatiche indicano che un aumento della temperatura di 2°C potrebbe dimezzare l’intera produzione vinicola mondiale.
Al di sotto del Circolo Polare Artico è emerso con sempre maggiore chiarezza che il clima più temperato favorisce in maniera sostenibile la produzione di vino. Paesi come la Norvegia, la Svezia, il Canada e la Danimarca stanno, infatti, sfoggiando una produzione vinicola sostenibile promossa proprio dal loro clima più freddo. Un esempio significativo lo si può osservare in Svezia, dove l’industria vinicola svedese si sta sviluppando grazie all’uso di uve ibride Solaris, tolleranti al freddo, introdotte dalla Germania. Il clima svedese favorisce la crescita lenta dei frutti della vite, ma ne impedisce un’eccessiva maturazione, causata solitamente dal caldo.
Le aziende vinicole svedesi, come la Langmyre Vineri di Gotland, stanno utilizzando cinque diverse uve ibride, tra cui il Melot Kanthus, per diversificare ulteriormente la produzione, così da non dipendere esclusivamente dal Solaris, il quale comunque fornirà supporto nel caso di problemi nella produzione di una singola varietà di uva. I cambiamenti climatici, per quanto deleteri in generale, risultano quindi in un certo modo vantaggiosi per le industrie vinicole delle regioni artiche. La produzione è sostenibile grazie all’uso di varietà ibride che limitano l’uso di pesticidi e altre sostanze chimiche dannose.