“Si prevede che la sperimentazione produrrà fino a 13.000 bottiglie entro luglio 2024. Le prove già condotte e portate a termine con successo nel 2020 hanno prodotto un vino con una profondità di sapore unica che non può essere replicata sulla terraferma, grazie al movimento, alla pressione, alla luce e alla temperatura costanti del fondale marino”.
A descrivere con entusiasmo il proprio avanguardistico progetto, sono gli stessi responsabili della Rare Foods Australia, i quali hanno da poco stretto un importante accordo l’azienda francese Winereef International: un’intesa volta a sperimentare metodi brevettati di produzione all’ingrosso nel settore alimentare. E cosa c’entra, tutto questo, con l’amato mondo del vino? La sperimentazione in questione avrà luogo nientemeno che sul fondo dell’oceano, avviando una registrazione dati relativa allo stoccaggio di un gran numero di bottiglie di vino sui fondali marini. Questa idea è pienamente in linea con il piano della RFA di espandere ulteriormente il concetto di “cantina oceanica”, dove il vino matura sul fondo dell’oceano, beneficiando delle più recenti tecnologie in merito, combinate con i naturali movimenti delle correnti oceaniche.
Il processo di “ocean cellaring” ha già dimostrato la propria efficacia nel creare vini di alta qualità, grazie anche all’ambiente marino. Winereef è stata scelta proprio per la sua esperienza con questa tecnologia brevettata, la quale ha il potenziale per produrre una gamma di vini premium in quantità significative. È stata proprio l’azienda partner, infatti, con sede sulla costa basca della Francia, a sviluppare la tecnologia proprietaria per la conservazione del vino su larga scala, avviando un processo di fermentazione secondaria in tini fissati al fondale marino. Questo approccio innovativo potrebbe, senza dubbio, aprire nuove opportunità nel mondo della produzione e conservazione del vino.