“Da oltre 20 anni ci concentriamo su un lavoro rigoroso che rispetta il pianeta e produce vini di alta qualità. Non usiamo più diserbanti. Utilizziamo prodotti di contatto (biocontrollo) per i trattamenti e raccogliamo a mano per rispettare l’uva dalla vigna alla cantina.
Dal punto di vista commerciale, la Borgogna deve continuare ad attrarre con i suoi terroir e i suoi grands crus. Ma deve anche rimanere accessibile al maggior numero di persone possibile”. A parlare sono alcuni rappresentanti e delegati della rinomatissima regione vinicola, e non solo, della Borgogna. Si tratta di un territorio ricco e in continua evoluzione, ma il suo impegno principale rimane quello nei confronti di una produzione che rifletta al meglio ciò che il contesto circostante ha da offrire. Questo obiettivo è condiviso sia dalle famiglie vinicole con una lunga tradizione, sia dai nuovi produttori che danno nuova linfa vitale alla regione.
La generazione più giovane, composta per l’appunto da nuovi attori, sta creando i propri domaine, mentre molti figli di storiche casate del vino hanno preso il testimone delle loro famiglie, tenendo alto i valori della tradizione e della tecnica locale. “In alcuni appezzamenti stiamo iniziando a ripiantare le siepi – spiegano i tedofori del vino di Borgogna – che sono vere e proprie nicchie ecologiche e proteggono la biodiversità. Presto integreremo anche la conservazione delle risorse idriche nelle nostre agende, problematica in cima alla lista delle priorità delle nostre tenute”. I produttori della Borgogna sono sempre più influenzati dai cambiamenti climatici, che portano a eventi meteorologici estremi e minacciano la tipicità dei vini. Mantenere la tipicità dei terroir e rendere la Borgogna accessibile a tutti sono sfide cruciali.