“La prima volta che lo assaggi, puoi dire che è vivo. Ma il vino naturale deve superare alcuni ostacoli che purtroppo ne frenano la crescita. A differenza del vino biologico, il quale deve essere certificato dal governo, il vino naturale non ha una definizione fissa negli Stati Uniti e non è facile da trovare, dato che la maggior parte dei vini naturali non riporta la parola natural sulle etichette”.
Le parole sono di John Keller, proprietario ed enologo di Neu Cellars, nel Michigan settentrionale. L’intervento s’inserisce nel crescente interesse americano, e non solo, nei confronti per l’appunto del vino naturale e delle più antiche tecniche di produzione. Il vino naturale, infatti, prodotto secondo metodologie tradizionali, sta guadagnando nuovi seguaci negli Stati Uniti, nonostante il declino generale del consumo di vino che si protrae dal 2015. Questa tendenza è trainata dalla crescente enfasi sulla sostenibilità e sulla minima manipolazione presente nel suo processo di produzione. Come molti di voi sapranno, il vino naturale è realizzato da uve biologiche raccolte a mano, senza erbicidi o pesticidi, e fermentato senza l’aggiunta di acqua, lievito o altri ingredienti.
Questi vini sono noti per il loro carattere terroso e sapido, aventi sfumature sovente meno prevedibili rispetto a quelli dei grandi produttori. Alcuni esperti del settore desiderano standardizzare il vino naturale, come già avviene in Francia con l’etichetta “vin method nature”. Tuttavia, gli standard possono comportare costi significativi, e alcuni viticoltori preferiscono evitare noiose restrizioni. La definizione di “naturale” è inoltre molto dibattuta, dato che l’intervento umano è pressante in ogni fase del processo. “È così che la vita accade. Non si può controllare. Devi solo creare le condizioni migliori per ottenere il miglior risultato possibile” ha poi concluso il nostro produttore del Michigan.