Ci è già capitato altre volte di discutere con voi della fantascientifica (eppure anche antica) possibilità di conservare, e far maturare, i vini al di sotto del livello del mare, cullati dalle confortevoli onde e correnti marine. In questo caso, la riproposta-tentativo di questa tecnica (tra le altre cose alquanto sostenibile per l’ambiente) viene dall’estremo oriente.
Ci troviamo, di fatti, a Tokyo: qui la società di pubbliche relazioni, denominata III Three PR, ha lanciato un audace progetto per ravvivare l’economia locale della prefettura di Kagoshima, immergendo 500 bottiglie di vino europeo a 20 metri di profondità al largo della costa dell’isola di Amami-Oshima. Il progetto è stato denominato “cantina di vetro”: non solo mira a invecchiare il vino in un ambiente subacqueo unico, ma anche a trasformare la regione in una destinazione turistica attraente. “La cantina marina di vetro – spiegano gli esperti coinvolti nell’esperimento – è caratterizzata da gabbie in acciaio inossidabile che contengono le bottiglie, promette di diventare un punto di riferimento per il turismo esperienziale, unendo la gastronomia all’avventura.
Questa innovativa pratica di invecchiamento sfrutta le condizioni fresche e stabili sotto la superficie del mare, offrendo un processo di maturazione unico grazie alla pressione più elevata e alla scarsa illuminazione”. Il progetto non è solo un esperimento enologico, ma si impegna anche per la sostenibilità, poiché la cantina sommersa agisce anche come barriera corallina artificiale, favorendo la biodiversità marina e assorbendo anidride carbonica! Sebbene il metodo sia già diffuso globalmente, si tratta di una novità per il Giappone.