Barolo, uno dei vini rossi più amati in assoluto nel mondo. Nasce e cresce nell’omonima regione, secondo una precisa tecnica tradizionale, situata nella Langhe piemontesi. Nelle terre del Barolo s’incrociano e sovrappongono una miriade di storie e vicissitudini umane da secoli, molte delle quali legate all’uva. Una di queste è quella della giovanissima Giulia Negri.
La 24enne ha di fatti rilevato, non senza qualche ostacolo e difficoltà, l’azienda vinicola di famiglia a La Morra, meritandosi conseguentemente il titolo-soprannome di “Barologirl”: “Il vero significato di Barologirl è terra, tradizione e innovazione. – spiega la stessa Negri alle attenzioni di testate giornalistiche internazionali – È un concetto in cui innovazione e tradizione non sono due cose contraddittorie e opposte, ma piuttosto due facce di una stessa medaglia, due fattori complementari di una stessa entità.
Ma solo una visione completa permette un miglioramento costante, perché aumenta le strade percorribili su cui migliorare e rispettare ciò che la natura ci offre”. Giulia ringrazia con passione e affetto Serradenari, il terreno alto e pedemontano e la storica casa colonica ristrutturata dal padre Giovanni nel 2001, attribuendo anche a quest’ultimo l’enorme successo del suo vino. La cantina, infatti, vende annualmente 35.000-40.000 bottiglie di Barolo, pinot nero e chardonnay. “Serradenari è un luogo speciale con un’energia molto forte. – aggiunge la giovane imprenditrice – Questa energia deriva dal bosco secolare di 12 ettari che circonda la tenuta. All’ombra delle Alpi, le montagne determinano la geologia e influenzano il microclima. Serradenari è tra i vigneti più alti di tutta la denominazione Barolo”.