Mercato statunitense. Le vendite complessive di birra sembrano essere in calo per l’anno appena conclusosi. Il mercato del seltz sta calando e molti dei marchi minori stanno cessando di esistere. Il whisky procede un pochino meglio, ma secondo Moramarco i cocktail ready–to–drink stanno superando la maggior parte degli altri alcolici. Jon Moramarco è un importante editor di Gomberg & Fredrikson Report e fornisce annualmente fra i più affidabili resoconti circa la vendita degli alcolici negli Stati Uniti.
Il mercato del vino non ne esce bene, però, a differenza delle altre categorie sopracitate, rimarrebbe secondo l’esperto “piatto” e perlopiù statico. Certo, negli ultimi sei anni non è stata registrata alcuna rilevante crescita, ma pare che i consumatori over 60 continuino a rivestire un ruolo di primordine in questo settore. “I numeri sono un po’ ingannevoli e le vendite di quello che la maggior parte di noi considera buon vino sono in realtà leggermente aumentate. – ha dichiarato Moramarco – Le vendite di vino fermo negli Stati Uniti sono aumentate dello 0,8% nel 2022 e quelle di spumante del 3,5%. Il mercato del vino è abbastanza piatto, ma non è il disastro che un numero complessivamente negativo sembra mostrare”.
Nonostante il calo delle vendite delle importazioni, sono numerose le nazioni che desiderano ancora esportare i propri vini negli Stati Uniti, e non solo per le dimensioni del mercato. Basti pensare che il prezzo medio all’ingrosso di una bottiglia di vino fermo esportata negli U.S.A. nel 2022 è stato di 4,50 dollari (10 sugli scaffali): si tratta di uno dei prezzi più elevati al mondo.