“La gascromatografia è una tecnica di separazione di sostanze chimiche in cui il campione viene trasportato da un flusso di gas in movimento attraverso un tubo confezionato con un solido finemente suddiviso che può essere rivestito da una pellicola di liquido”.
Questa la spiegazione più tecnica e “scientifica”, fornita da alcuni ricercatori interrogati circa un loro recente quanto innovativo sistema tecnologico legato a doppio filo con il mondo dell’enologia. Si tratta di studiosi dell’Università di Ginevra, i quali hanno creato uno strumento di riconoscimento del vino basato sull’intelligenza artificiale: una manna dal cielo per contrastare la contraffazione di vini di alta qualità. Il sistema sfrutta l’apprendimento automatico per identificare i composti chimici presenti in un vino, confrontandoli con campioni noti. L’applicazione non solo serve a prevenire frodi nel settore alimentare e delle bevande, ma può anche facilitare ulteriori studi futuri sulla composizione del vino, con l’obiettivo di creare miscele più accessibili.
“Quando trasformiamo un alimento – hanno poi aggiunto gli scienziati – o quando ne modifichiamo alcuni ingredienti di base, cambiamo la sua chimica su diversi fronti. Il nostro sistema AI sfrutta proprio l’analisi di queste impronte digitali del prodotto, per reperire eventuali modifiche chimiche apportate a uno specifico alimento”. Il processo di rilevamento, addestrato con la suddetta tecnica di gascromatografia, analizza le sostanze chimiche nel vino, individuando firme specifiche per ogni chateau, indipendentemente dall’annata. Lo strumento ha un’accuratezza del 99% nel ricondurre i vini agli chateau corretti, ma mostra solo una precisione del 50% nel distinguere le annate.