Negli ultimi cinquant’anni circa, la rinomata regione meridionale del Portogallo dell’Algarve ha conosciuto un importante implemento del suo mercato vinicolo, grazie a una profonda riscoperta dell’apprezzamento per i prodotti di questa stupenda fetta di mondo. Sono stati apportati, inoltre, significativi investimenti per quanto concerne la tecnologia enologica in loco e nelle numerose cantine presenti.
L’Algarve è già conosciuta in gran parte del globo come ideale destinazione balneare: fra sole, campi da golf immacolati come le sue spiagge dorate e blu cristallino del mare. Forse, però, non tutti sanno che si tratta anche di una delle più antiche regioni dedite alla viticoltura di tutta Europa: fin, almeno, da 2000 anni or sono, quando furono piantate le prime piante di vite. Antichi Romani, Greci, Celti: moltissimi i popoli che hanno contribuito alla storia enologica del Paese, per approdare oggi alle porte del secondo millennio, con un mercato che continua a suscitare sempre più interesse.
Solamente a partire dal XVIII secolo, però, l’Algarve ingranò una vera e propria marcia di successo internazionale: fu allora che divenne una zona nota per il porto, grazie anche all’amore inglese per la qualità madeira, vino in grado d’esser conservato per secoli. Il segreto di questi traguardi nei dati di vendite e di enoturismo, forse, sta proprio nei forti legami con la storia e la tradizione: Vinho Verde e Douro sono, infatti, fra le poche zone al mondo in cui è ancora possibile assistere alla pigiatura delle uve coi piedi. Attualmente esistono oltre 2.000 vigneti in Algarve e più di 30 produttori.