Gli impatti del cambiamento climatico stanno portando, purtroppo, a un aumento della frequenza degli incendi selvaggi in tutto il mondo. Gli incendi, si sa, devastano le foreste, distruggono la biodiversità animale e vegetale e hanno un impatto sulle infrastrutture umane vicine alle foreste. I rimedi post-incendio a base di acqua nebulizzata hanno un effetto limitato nel mitigare il grosso degli incendi boschivi.
Recenti ricerche indicano che i vigneti possono addirittura prevenire la suddetta propagazione degli incendi in aree densamente boscate. Fungono, infatti, da frangi fuoco naturali. In teoria, quando il fuoco raggiunge i vigneti, non riesce a propagarsi oltre i primi filari e si ferma. La vite è inoltre molto robusta e, se non viene bruciata completamente, è in grado di riprendersi e produrre grappoli d’uva l’anno successivo.
Le foglie coperte dal fumo a causa dell’incendio vengono naturalmente lasciate cadere dalla vite e quindi anche la qualità del vino dell’anno successivo non ne va a risentire. Piantare vigneti e utilizzarli come fasce tagliafuoco può proteggere le foreste, l’ambiente e le infrastrutture dalla distruzione degli incendi. Oltretutto, vini sostenibili possono essere prodotti attraverso la viticoltura nelle foreste. Queste ultime possono offrire una temperatura adeguata, un’alta qualità dei nutrienti del suolo e una pacciamatura naturale da utilizzare come fertilizzante. Pertanto, lo sviluppo di questo metodo sarebbe altamente sostenibile per la protezione dagli incendi e la produzione di vino sano.