Cabernet Sauvignon, Merlot, Cabernet Franc, Petit Verdot e Malbec. Da loro, o dalla loro commistione, prendono vita i cosiddetti “tagli bordolesi”, ovvero originari della regione francese di Bordeaux. Rientrano di gran lunga fra i vini più amati su scala globale, pur non essendo solitamente delle produzioni al 100% “varietali”, quanto piuttosto frutto di miscele di svariate tipologie di uve.
Non tutti sono a conoscenza del fatto che, nonostante il nome, una grossa fetta della produzione dei sopracitati tagli bordolesi non provenga dal “vecchio” continente, ma dal nuovo. Più precisamente dal Sud America. L’Argentina, il Cile e l’Uruguay sono infatti fra i principali Paesi produttori di vino del continente sudamericano, condividendo tutti una formula comune per la produzione di vini di alta qualità, ispirata alla tradizione bordolese. Alta qualità, ma a prezzi decisamente inferiori, questo il segreto del successo di queste particolari tecniche di produzione esportate e trapiantate con successo nel Nuovo Mondo dagli emigranti europei nei secoli passati. Tra le varietà più di successo e in voga, incontriamo sicuramente il Malbec argentino, un rosso emblematico.
Una mescolanza d’ingredienti unici al mondo ha permesso di prosperare e di specializzarsi alle cantine di questi stati: la selezione del terroir, la gestione dei vigneti, i tempi di vendemmia, l’oak regime (l’uso della quercia) e l’uso di attrezzature innovative hanno permesso alle principali cantine sudamericane di fornire al mondo miscele eccezionali prodotte con questo metodo. La regione di Mendoza, in Argentina, è tra le più rinomate per i suoi tagli bordolesi grazie all’elevata altitudine, al clima secco e all’ampia insolazione, che si combinano per creare una condizione di crescita ideale per questi vitigni. I viticoltori di Mendoza hanno anche accesso a vecchie viti, alcune più vecchie di 100 anni, che aggiungono complessità e profondità ai vini.