Che siate appassionati di vino, birra o liquori, probabilmente avete visto la parola “solera” su un’etichetta. Il metodo solera è un antico processo di miscelazione e invecchiamento che ha avuto un ruolo fondamentale nello sviluppo di bevande come lo sherry e ha arricchito altre categorie come la birra.
Ma di cosa si tratta? Il metodo solera, sviluppato originariamente per l’invecchiamento dello sherry, si è esteso ad altre bevande. Funziona come un ciclo continuo: l’alcol viene prodotto e posto nelle botti, una parte viene prelevata e la botte viene rabboccata con un nuovo lotto di alcol. Le botti sono disposte a piramide, con quelle più vecchie in fondo (solera) e le più giovani sopra (criadera). Questo sistema permette una continua mescolanza di vini di diverse età, mantenendo costante la qualità. “Lo sherry – spiegano gli storici – è molto prodotto in Andalusia, nel Triangolo dello Sherry, che comprende Jerez de la Frontera, Sanlùcar de Barrameda ed El Puerto de Santa María.
Il metodo solera nacque qui intorno al 1760-70 per migliorare la qualità dello sherry nonostante le restrizioni sui viticoltori. Questo sistema dinamico di miscelazione permetteva di vendere continuamente lo sherry mantenendo una qualità superiore”. Sarah Vanags, specialista in sherry, sottolinea come la tecnica solera crei un prodotto costante in termini di qualità e produzione. Questo metodo si è diffuso ad altre bevande come champagne, whisky e birra, permettendo di ottenere prodotti invecchiati complessi senza lunghe attese. La Cedar Ridge Winery & Distillery, ad esempio. utilizza il metodo sia per il vino che per il whisky. Il loro Quintessential Single Malt American Whiskey, ad esempio, è sempre imbottigliato fino a metà e poi riempito nuovamente, creando un ciclo continuo.