1840: l’Impero britannico e qualcosa come 40 capi delle tribù Māori firmano il Trattato di Waitangi con cui viene costituita la Nuova Zelanda, stato insulare del Continente Oceanico. Sulla costa orientale della North Island neozelandese si trova la Hawke’s Bay ─ chiamata così dal capitano James Cook in onore dell’ammiraglio Edward Hawke ─ la regione vinicola più antica dell’isola.
Qui si trova Gimblett Gravels, dove i vigneti sono coltivati in terreni ghiaiosi originati dal letto del fiume prosciugato che abbraccia la landa agricola. La gente del posto la chiama “terra cattiva”. Ma a Villa Maria si appassionano alle sfide da oltre 60 anni. L’azienda è amata nel mondo per la produzione di circa 50 vini ambiziosi e audaci, tra i quali spicca l’icona vitifera Ngakirikiri, parola Māori con cui si definisce quel terroir lì, quello e solo quello, come le tome in Piemonte.
La perla neozelandese ─ un blend di Cabernet e Sauvignon dai complessi tannini astringenti e ruvidi ─ viene prodotta solo nelle annate migliori e dà il suo meglio quando invecchiata 15-20 anni. Il vino è sul mercato a un range di prezzo di 100-150 dollari a bottiglia. Solo? Da queste parti si pensava di più.