In Sudafrica, in particolar modo nella pittoresca valle a sud-est di Città del Capo, le aziende e le industrie locali stanno lottando strenuamente da tempo contro un gravissimo problema legato alla fornitura di energia elettrica. I continui e prolungati blackout, di fatti, stanno danneggiando moltissime attività, tra cui anche la storica produzione vinicola nazionale, con alle spalle più di 300 anni di storia.
A spiegarci meglio la problematica, Berene Sauls, fondatrice di Tesselaarsdal Wines “Le interruzioni nella fornitura di energia possono causare danni alle viti a causa dello stress parziale, riducendo la quantità e la qualità del raccolto. Una volta raccolte, le uve rischiano di maturare troppo o danneggiarsi senza refrigerazione o controllo del clima. Le interruzioni di corrente influiscono anche negativamente sulla pigiatura, la pressatura e la fermentazione delle uve, portando a possibili sapori indesiderati”.
L’azienda statale di energia non è in grado di soddisfare la domanda e ricorre a interruzioni elettriche che possono durare fino a 12 ore al giorno. Nonostante le sfide quotidiane, Sauls è riuscita a mantenere una produzione di circa 10.500 bottiglie all’anno, evitando però grandi ordini così da non perdere vendite. Infatti, le linee di imbottigliamento si bloccano durante i blackout, causando ingenti ritardi nella produzione e sprechi di materiali di confezionamento. Il futuro del mercato nazionale è a dir poco incerto: in tutto il Paese, i blackout hanno impattato pesantemente sull’economia, con una crescita prevista per quest’anno dello 0,4%. La speranza, ovviamente, è che questa crisi energetica si possa risolvere al più presto, così da poter avviare una decisa e meritata ripresa.