L’industria vinicola è, come sappiamo, tra le più antiche al mondo: risale, infatti, a molti millenni prima della venuta di Cristo. Anche come gittata di mercato, inoltre, ci stiamo riferendo a un settore di primaria importanza sullo scenario globale: 489 miliardi di dollari di valore nel 2021, secondo alcune recenti analisi.
Nemmeno anni di pandemia sono riusciti a fiaccare questo florido campo: è stata registrata una crescita del consumo del vino del 22%, nonostante (e forse grazie) i vari lockdown. In questo breve excursus, dati alla mano, abbiamo scelto di presentarvi i 10 Paesi con il mercato vinicolo più imponente. Al fondo della classifica incontriamo l’Argentina, con 853 milioni di dollari di esportazioni. Segue il Portogallo che, con la sua ben più antica tradizione enologica, macina almeno 1 miliardo l’anno di export.
All’ottavo posto troviamo la Germania, amante delle vigne sin dall’Impero Romano, con un valore di esportazioni pari a 1.17 miliardi di dollari. Segue la Nuova Zelanda, la cui quasi totalità della produzione insulare è destinata al mercato internazionale. Al sesto posto non potevano mancare gli Stati Uniti d’America, con un giro di esportazioni di 1.45 miliardi di dollari.
Alla posizione numero cinque si assesta l’Australia, fra le regioni più antiche del pianeta, con un valore di mercato di 1.69 miliardi. La supera di poco, con la sua industria vinicola risalente al XVI secolo, il Cile. Giungiamo infine sul podio, dove ci imbattiamo nella medaglia di bronzo di questo approfondimento economico: spetta alla Spagna, con un export di 3.48 miliardi di dollari. Si aggiudica l’argento, ça va sans dire, la bell’Italia: nel nostro caso parliamo di un mercato di 8.4 miliardi di dollari! Un netto distacco da tutte le posizioni precedenti. Potevano fare meglio solamente i cugini d’oltralpe: si aggiudica l’oro la Francia, con un totale di 13 miliardi di dollari di esportazioni del vino.