Dammene un altro! Letteratura, caccia, pesca, boxe, donne e bere: dedizioni di cui sono pregni i suoi capolavori. L’alcool è un fedele e caparbio compagno di viaggio, che si stia attraversando la Corrente del Golfo, che ci si trovi sulle verdi colline del Continente Africano, che si percorrano i fitti boschi del Michigan o si peschino Marlin a Key West, Florida.
Ernest Miller Hemingway era un uomo di cocciute passioni, tra queste i banconi dei bar che non ha mai tradito (quelli no), che vi fossero sapientemente miscelati Martini, Daiquiri, Mojito, Margarita, Mimosa, Sidecar o Scotch & Soda. Il Premio Nobel per la Letteratura (1954) di Oak Park è stato di fatto un antesignano degli ormai inflazionati signature cocktail (con il suo nome ne sono piene le drink list) che amava sorbire mentre scriveva “The Old Man and the Sea” (e non solo).
Su uno di quei robusti sgabelli in legno scuro pare abbiano sentito Papa asserire: “Non preoccupatevi di chiese, edifici governativi o piazze, se volete conoscere una cultura, passate una notte nei suoi bar.” Ok, se è venuta quella sete lì anche a voi, correte a leggervi “To Have and Have Another. A Cocktail Hemingway Companion” di Philip Greene, storico della mixologia. ❝Per me un Papa Doble. Cheers!❞.