Roman Danyliak e Myron Zvozkii sono due viticoltori ucraini di mezz’età e possiedono circa sei ettari di vigne attorno alla città di Lviv. Ci troviamo nelle regioni dell’Ucraina occidentale, un tempo mal viste dai connazionali produttori di vino delle zone più meridionali e orientali del Paese, tradizionalmente più votate e riconosciute nella produzione enologica.
Eppure, complice per una volta positivo il riscaldamento climatico, negli ultimi anni anche le terre circostanti Lviv e in generale la parte occidentale della nazione, hanno potuto godere di un’atmosfera compiacente per la crescita di un rispettoso mercato interno. Roman e Myron possiedono l’azienda chiamata Friend’s Winery e, in una recente intervista, hanno raccontato di come l’invasione russa abbia abbattuto le discriminazioni campanilistiche preesistenti in Ucraina: “Prima di questa data, la comunità vinicola ucraina era molto divisa. Ora non importa a nessuno da dove vieni. Siamo un’unica grande comunità di produttori di vino”.
Inoltre, zone di produzione vinicola più tradizionali come Kherson sono o cadute in mano ai russi, o comunque pesantemente danneggiate dalla guerra. Basti pensare al più grande produttore di bottiglie del Paese, Vetropack Gostomel a Kiev, il quale è stato anch’esso pesantemente danneggiato a inizio 2022. Quel che colpisce, però, è che fortunatamente, nonostante i pericoli della guerra, molti produttori di vino abbiano continuato a operare. Assicurando in tal modo, che la nascente industria vinicola ucraina, sostenuta dalla crescente domanda, continui a prosperare. Molti amanti del vino ucraini, infine, spinti dal patriottismo e dalle raccomandazioni dei sommelier, stanno abbandonando i vini stranieri e optando per i produttori locali.