Cambogia. Da semplice insegnante d’inglese ormai in pensione, a pluripremiato innovatore alcolico a livello nazionale. La straordinaria avventura, fatta d’ingegno e amore per la natura, del cambogiano Sorn Sinith, ha prodotto un notevole scalpore non soltanto in patria. Il segreto di questo improvviso successo: aver saputo trasformare i datteri importati in un vino saporito e completo. Il frutto è fra i più presenti per tradizione e storia nei mercati cambogiani e l’idea di Sinith ha quindi rappresentato una vera e propria innovazione agricola, degna di meritarsi il riconoscimento del Ministero dell’Industria, della Scienza, della Tecnologia e dell’Innovazione della Cambogia.
La geolocalizzazione può ricordare uno scioglilingua per i meno avvezzi alla lingua e alla regione, ma rappresenta il cuore pulsante dell’iniziativa così legata al territorio da cui nasce: il particolare vino viene prodotto nel villaggio di Sala Khum, nel comune di Triel, nel distretto di Taing Kouk della provincia di Kampong Thom. La particolare bevanda è stata presentata, con grande orgoglio da parte del creatore, nel corso di una recente mostra tenutasi allo stadio nazionale Morodok Techo durante i 12° Giochi paralimpici locali.
Il mix di sapori ricorda in qualche modo un tè, grazie proprio alle tonalità e alle sfumature che riesce ad assumere, con un retrogusto alquanto mielato. “Quando le palme da dattero fruttificano, lo fanno tutte contemporaneamente. Non un solo albero è sterile. – ha spiegato lo stesso Sinith – Se una palma da dattero matura per un periodo prolungato, produce un raccolto ancora maggiore. Il periodo di conservazione però è limitante. Di conseguenza, abbiamo cercato un metodo di lavorazione che garantisse una conservazione più lunga. Per acquisire le conoscenze necessarie, ho acquistato materiale di studio da un’università straniera”.