Uno dei mercati enologici internazionali più interessanti degli ultimi anni, secondo gli esperti e i dati raccolti finora, potrebbe essere quello dell’incantevole isola di Creta.
Già la sua storia, di per sé, parla ben chiaro: si tratta, infatti, di una delle regioni vinicole più antiche d’Europa. Nonostante, però, sia stata scoperta la prova di vinificazione risalente all’Età del Bronzo sull’isola, l’industria vinicola cretese è ancora agli inizi, ai primi promettenti passi. “Creta produce oltre il 10% del vino greco, con 11 varietà autoctone e 7 DOP, ma la sua crescita significativa è avvenuta solo negli ultimi 20 anni” hanno confermato alcuni importanti produttori di vino locali. Quali sono le principali motivazioni che hanno portato a un così importante ritardo, per quanto concerne l’ingresso di Creta nel mercato delle grosse cifre? Il tutto è stato influenzato dalla tarda comparsa della fillossera sull’isola nel 1977, la quale ha però anche permesso ai giovani produttori di sperimentare e innovare.
La fine della dittatura greca e l’aumento del turismo in Europa hanno poi contribuito all’ampliamento del ventaglio di opportunità. Negli anni ‘80 e ‘90, circa 20.000 acri di vigneti sono stati reimpiantati, principalmente con varietà internazionali, a causa della mancanza di comprensione del valore delle uve autoctone. Cabernet Sauvignon, Chardonnay e Syrah sono diventate importanti varietà sull’isola. Nonostante l’importante bagaglio rappresentato dal suo passato e le non poche sfide, Creta sta attualmente lavorando per sviluppare ulteriormente la sua industria vinicola, combinando l’eredità antica con la più moderna innovazione.