Mese dopo mese, uscita dopo uscita, abbiamo imparato a conoscere e ad apprezzare sempre più l’importanza di un attento quanto riuscito connubio fra vinificazione e design. Un rapporto delicato e basilare, che non andrebbe mai preso sottogamba, in grado di ribaltare la riuscita di un prodotto o di decretarne la sfortuna per quanto ottimo da sorseggiare.
Un design, quello a tema enologico, che può declinarsi in moltissime forme: dall’etichetta alla bottiglia, dal bicchiere alla pubblicità, dal sito internet alla collaborazione artistica, dall’impianto stesso della vite sino alla struttura della cantina. Ma il design enologico è anche un buon planning quando ci addentriamo nello store alla ricerca del vino più adatto alle nostre esigenze, ed è proprio per questo che sorgono sempre più numerosi guide e consigli su come predisporre al meglio l’estetica del proprio punto di rivendita.
Importantissimo, tra i primi punti messi sul tavolo da parte di qualsiasi corso o esperto che si rispetti, il rendere l’ambiente il più confortevole e accattivante possibile, ravvicinandolo al meglio all’immaginario domestico: molta luce e spazio, materiali naturali, tappeti, poltrone e librerie.
Musica classica o jazz. Di rilevanza anche l’accessibilità, ovvero una disposizione in grado di permettere al consumatore di gironzolare senza la necessità di domandare per forza di cose aiuto a un commesso. Le bottiglie devono essere numerose, sparpagliate ovunque ma con grande ordine e minuzia. Si può, dunque, decidere di organizzare i propri prodotti per tipologia, oppure per regione, o ancora per prezzo.
Questo particolare in realtà ha meno rilievo nel design del negozio, l’importante è che si scelga un pattern da mantenere. Di carattere anche la scelta degli espositori a freddo, come raffreddatori o veri e propri frigoriferi. Magari con un tocco vintage. Rientra, infine, in questa materia anche il giusto bilanciamento di eventi in loco: degustazioni e lezioni, happy hour o presentazioni letterarie.