I gas a effetto serra (GHG), come ben sappiamo, sono la principale fonte dell’eccessivo riscaldamento della Terra e determinano, conseguentemente, il cambiamento climatico globale. Esiste un elenco ben preciso dei gas serra da conoscere. Questi ultimi sono infatti composti da: anidride carbonica, metano, protossido di azoto, idro-cloro-fluoro-carburi (HCFC), idro-fluoro-carburi (HFC) e ozono. La produzione del vino coinvolge diverse fasi, dall’agricoltura all’industria, dall’imbottigliamento alla distribuzione e allo smaltimento.
Ogni passaggio potenzialmente comporta l’emissione di dannosi gas a effetto serra e dunque, sempre potenzialmente, ogni singolo step può comportare un contributo al riscaldamento del clima. Le ultime ricerche condotte da ricercatori italiani indicano che la fase di imbottigliamento è la più impattante nella produzione del vino per quanto concerne questa attualissima problematica. Essa, da sola, rappresenta in media il 17% delle emissioni di gas serra del processo di vinificazione. Il peso delle bottiglie di vetro è un fattore importante per le emissioni di gas serra: infatti, riducendo il peso delle bottiglie di vino soltanto del 32%, si possono già ridurre le emissioni di gas serra del 14% per ogni singola bottiglia.
I consumatori hanno ormai fatto propria l’idea (erronea) che le bottiglie di vino più pesanti siano per forza di cose di qualità superiore. È necessario rompere queste convinzioni. La sensibilizzazione dei consumatori è necessaria per raggiungere gli obiettivi di sostenibilità. Ridurre il peso delle bottiglie di vino dovrebbe essere l’imperativo delle industrie per una produzione sostenibile e per combattere il cambiamento climatico. Le aziende vinicole stanno, giustamente, prendendo in considerazione questi aspetti; tuttavia, è necessaria una maggiore trasformazione globale nella mentalità legata all’imbottigliamento sostenibile dei vini per un adeguato adattamento al clima.