“Innovazione, sostenibilità e produttività sono le nostre tre parole d’ordine”. Ha così riepilogato i punti chiave della sua azienda Scott Wine, amministratore delegato di un’eccellenza per metà orgoglio italiano e per metà americano, la Cnh Industrial. Questo è insomma quanto serve per poter guardare al futuro e al cambiamento in campo enologico e più in generale agricolo: non soltanto belle parole e buoni propositi, ma pragmatismo e i veri e propri “mezzi” per applicarlo.
La Cnh Industrial si occupa, infatti, proprio di mezzi pesanti, vendita e produzione di trattori di ultima generazione. Controllata per il 26.9% da Exor, ha recentemente presentato le sue ultime novità nel settore tecnologico nella città di Phoenix, Arizona. La società prende vita dalla fusione fra Cnh Global e Fiat Industrial, divenendo così leader mondiale, anche “facendo leva sulle sue macchine per sviluppare e adottare tecnologie che semplificano e migliorano l’operatività, forniscono dati affidabili e utilizzano soluzioni energetiche alternative, il tutto per far progredire l’agricoltura in modo sostenibile”.
Sono molti gli elementi futuristici inseriti all’interno dei macchinari prodotti da questa brillante realtà: dalle intelligenze artificiali sino a tecnologie e software ultrasofisticati. Trattori e trebbiatrici davvero speciali, con costi che oscillano fra i 300.000 ai 500.000 dollari. Nonostante la recente crisi della supply chain, gli imprenditori sono ottimisti riguardo le migliorie tecnologiche apportate alla catena di produzione, le quali porteranno “ricavi netti per 900 milioni di dollari nel 2022 con un tasso di crescita annuo di circa 10%-15% nei prossimi due, tre anni”.