“Il ruolo di Brett nella vinificazione può essere ambivalente: può, infatti, aggiungere caratteristiche desiderabili, ma in dosi eccessive può anche andare a rovinare il vino. La sfida consiste proprio nella gestione attenta per garantire un contributo positivo senza dominare il profilo sensoriale”.
Questo il pensiero degli scienziati circa la questione della gestione e del controllo del cosiddetto Brettanomyces, noto anche nell’ambiente come “Brett”. L’evoluzione tecnologica nell’enologia, specialmente per comprendere e gestire al meglio questo elemento, rappresenta una storia affascinante di progresso scientifico unito all’artigianato. Come spiegano da un team di ricerca impegnato proprio in questo versante: “I progressi nella genetica di Brett hanno rivoluzionato l’approccio alla sua gestione. La poliploidia e le variazioni fenotipiche aprono nuove strade per una gestione più efficace, evidenziando l’importanza della precisione nella vinificazione. La resistenza di Brett alle tradizionali misure di controllo sottolinea la necessità di approcci innovativi”.
L’applicazione della tecnologia PCR digitale è un progresso significativo nella lotta contro il Brett, uno dei principali strumenti tecnologici a nostra disposizione oggigiorno. La PCR digitale offre, di fatti, una sensibilità senza precedenti nel rilevare e quantificare questo fattore, consentendo di conseguenza interventi tempestivi. La capacità di monitoraggio in tempo reale permette strategie preventive efficaci, riducendo il rischio di deterioramento del prodotto. “Identificare ceppi specifici di Brett – spiegano gli scienziati – come con il TYP\Brett, rappresenta un cambiamento nel settore, consentendoci interventi ben mirati. L’evoluzione tecnologica nell’enologia evidenzia al massimo il bilanciamento tra tradizione e innovazione, offrendo nuove possibilità per produrre vini di alta qualità”.