“Abbiamo sempre cercato di fare tutto il possibile per lavorare in armonia con l’ambiente in cui coltiviamo le nostre uve. La biodinamica è davvero un’estensione di questo desiderio” afferma Jim Bernau, il quale ha co-fondato l’azienda spumantistica biodinamica dell’Oregon Domaine Willamette con la moglie Jan.
Recentemente, il settore dello Champagne ha deluso i consumatori rinunciando alla promessa di ridurre l’uso di erbicidi, suscitando l’indignazione di coloro che cercano produttori di spumanti impegnati nella responsabilità sociale e ambientale. Tuttavia, alcuni produttori di bollicine biodinamiche (come Jim e Jan per l’appunto) stanno già adottando pratiche sostenibili, eliminando completamente diserbanti, pesticidi e sostanze chimiche dannose per preservare la salute e la longevità della terra. La Willamette Valley Vineyard, fondata da Bernau nel 1983, è stata una delle prime ad adottare certificazioni sostenibili e pratiche eco-friendly.
Fra gli esempi positivi, che come ben sapete amiamo portarvi, vi è anche Ton Mata, amministratore delegato di Recaredo, produttore spagnolo di Cava, il quale spiega: “È necessario sottolineare che la biodinamica riguarda anche le persone, la loro capacità di lavorare come una grande squadra sulla base di valori condivisi come l’onestà, l’impegno, il rispetto per la natura e per se stessi”. Recaredo, certificata biodinamica nel 2010, affronta il cambiamento climatico con pratiche proattive, come la coltivazione di varietà locali resilienti. Vi è, infine, la cantina biologica Perlage (Prosecco DOCG), fondata nel 1985, come spiega Anna Nardi: “Siamo molto preoccupati per i cambiamenti climatici e per la brutta situazione che stiamo affrontando in questi giorni. Non vi è futuro senza uno sguardo alla sostenibilità”. Hanno ottenuto varie certificazioni, inclusa la VIVA nel 2022. Utilizzando uve da un vigneto biodinamico, producono il Col di Manza Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore DOCG Prosecco Millesimato.