I greci chiamarono l’isola “Ichnôussa” ― “impronta” ― per via dell’inconfondibile forma geografico-costiera della Sardegna. La più celebre birra della regione prende il nome greco dell’isola quando nel 1912 viene fondata l’Industria Birraria Ichnusa, in quella che oggi è la città metropolitana di Cagliari. La birra viene prodotta dal 1967 nell’unico stabilimento di Assemini.
A metà degli anni ’80 del secolo scorso Dreher (oggi Heineken) acquista il marchio Ichnusa e oggi impiega nello stabilimento circa 100 operai (e circa 5.000 persone nell’indotto), portandone la potenziale capacità produttiva fino a 230 milioni di litri l’anno. Per i 50 anni del brand, nel 2017 Heineken lancia Ichnusa anche sull’intero mercato della penisola con un premiato spot in bianco e nero, prodotto dall’agenzia Leo Burnett con la regia di David Holm e girato nelle lande della Sardegna più profonda. L’ADV racconta l’”Anima sarda” di cui la lager con la bandiera dei quattro mori incarna lo spirito ed è oggi riconosciuta dagli italiani per l’ottimo rapporto qualità-prezzo rispetto alle competitor sugli scaffali della GDO.
Alla fine dello scorso anno il marchio inizia a produrre la nuova linea “Ambra limpida” affiancando un progetto di riqualificazione urbana di un’area dismessa di Cagliari e supportando la “Galleria del sale“, realizzata lungo il cavalcavia che collega il lungomare al parco di Molentargius, di fatto un vero e proprio museo a cielo aperto di fine art muralism, forma artistica molto amata nell’isola. Nel maggio scorso alle opere di street art si è aggiunta “Il risveglio” di Mauro Patta, murales che raffigura una persona che porta un arbusto in un vaso che rimanda a un fusto di birra, chiaro omaggio agli operai dello stabilimento di Assemini. “Alcune persone vogliono rendere il mondo un posto migliore. Io voglio solo rendere il mondo un posto più bello” (Banksy).