Lo scorso anno è stato definito da molte voci del settore vinicolo un “anno quasi perfetto” per quanto concerne la viticoltura nel Regno Unito, anche secondo un rapporto di Wines of Great Britain (WineGB) redatto da Stephen Skelton MW. La produzione di vino ha, infatti, raggiunto 21,6 milioni di bottiglie, quasi il doppio rispetto all’anno precedente.
Skelton prevede che, continuando il trend di crescita, la produzione annuale potrebbe arrivare a 40 milioni di bottiglie entro il 2032. La sostenibilità è una priorità per i produttori di vino britannici, che cercano di proteggere il loro futuro. Molti i casi esemplari in questa direzione. James Davis MW della Bolney Wine Estate, ad esempio, sottolinea l’importanza di operare in modo sostenibile, data la crescente difficoltà di accesso all’acqua e l’aumento dei costi dei pesticidi.
La Denbies Wine Estate, invece, è diventata la prima azienda vinicola del Regno Unito a ottenere la certificazione Net Zero secondo lo standard UK Carbon Code of Conduct, con un bilancio di -96 tonnellate di CO2. Le loro iniziative includono il mantenimento di 4 ettari di vigneto allo stato naturale, l’installazione di pannelli solari e l’uso di pratiche ambientali ottimali. Denbies ha avuto successo anche con l’uva Solaris, resistente alle malattie fungine, e ha iniziato a utilizzarne il sottoprodotto per il vermouth. “I produttori britannici – spiegano gli addetti ai lavori – non sono vincolati dalle rigide normative delle regioni vinicole del Vecchio Mondo, hanno maggiore libertà di sperimentare. Questa libertà permette ai produttori di essere più aggiornati sulle pratiche scientifiche”.